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I fiori di Bach: un aiuto per conoscersi meglio

Da oltre venticinque anni la terapia con i fiori di Bach è nota anche in Italia, dove si è affermata con successo. Più un nuovo metodo diventa noto, più aumenta la molteplicità ma anche la confusione fra le interpretazioni che ne danno coloro che si definiscono eredi di una corrente di pensiero. Se esistono sviluppi autentici e veritieri, si trovano purtroppo anche insegnamenti non corretti o addirittura in antitesi con il pensiero originale. Questa situazione porta a voler trovare il vero senso delle origini ed incontrare il pensiero della floriterapia nella sua interezza ed integrità.

Molto si è scritto sul dr. Bach. In pratica egli comprese che di norma la malattia non deriva dall'esterno, né dal corpo, ma la sua origine è da ricercare su un piano molto più sottile, cioè una disarmonia fra l'Io, ovvero la nostra personalità, e la nostra componente più profonda, l'Io Superiore. Questa conflittualità, secondo Bach, porta anche a sintomi fisici definiti malattia, e con l'aiuto di piante che crescono allo stato selvatico, cercare di risolvere gli stati emotivi profondi negativi. Con questo approccio terapeutico, Bach supera i limiti della personalità individuale ed oltrepassa tutti i sistemi medici occidentali conosciuti.

Chi fu e cosa scoprì Edward Bach

Edward Bach (1886 - 1936) può essere definito un pioniere nel campo della ricerca medica. Studiò presso l'University College Hospital di Birmingham, dove in seguito si impegnò come assistente batteriologo durante il periodo della prima guerra mondiale. Anche se oggi lo collochiamo fra le figure di spicco della medicina alternativa, il dr. Bach diede, grazie alle sue scoperte sui batteri intestinali, un contributo importante alla medicina ufficiale. Nel 1914 fu nominato presso il National Temperance Hospital di Londra responsabile del reparto di chirurgia d'urgenza, incarico che lasciò a causa di gravi problemi di salute. Dal 1919 al 1922 lavorò presso il London Homeopathic Hospital come patologo e batteriologo. Fu in questo ambito che Bach approfondì le sue ricerche e pervenne alle stesse conclusioni che cento anni prima il dr. Hahnemann comprese in relazione al principio omeopatico il quale afferma: curare il paziente e non la malattia. In questo periodo preparò sette gruppi di vaccini orali, detti 'nosodi', dovuti all'individuazione di sette gruppi di batteri che sono presenti nell'intestino dei malati cronici. Questa scoperta gli procurò una particolare fama in ambito medico; da ricordare che questi nosodi sono ancora oggi utilizzati nella medicina omeopatica. Un importane passo avanti nelle sue ricerche furono evidenti quando nel 1920 presentò alla London Homeopathic Society un lavoro dal titolo 'Vaccine Therapy'; ciò fu possibile grazie al lavoro svolto con il dr. F.H. Teale sulla relazione tra la vaccinoterapia e l'omeopatia. Tutto ciò lo portò a trovare una relazione tra i suoi sette nosodi e sette tipologie caratteriali; iniziò quindi a prescriverli osservando il carattere e le manifestazioni dei pazienti. Fu nel 1922 che decise di lasciare il London Homeopathic Hospital per dedicare le proprie energie alla ricerca ed alla professione privata nel suo studio di Harley Street, creando un laboratorio per fornire i suoi nosodi ad altri medici sparsi in tutto il mondo e nell'ambulatorio dove decise di curare i pazienti che non potevano pagare, quindi gratuitamente. Dal 1923 al 1927 furono anni molto produttivi ai fini della ricerca e della stesura di documentazione scientifica: presentò nel 1923 al British Homeopathic Congress di Londra un lavoro dal tema 'Intestinal toxaemia in its relation to the cancer', e nel 1927 'Chronic diseas'; nel 1924 con C.E. Wheeler scrisse il libro 'Chronic diseas a working hypothesis' in relazione ai sette nosodi. Tutta questa ricca produzione scientifica fecero di lui un medico ormai famoso, stimato sia dai colleghi che ambito da molti pazienti. Tutto ciò, comunque, non fermò lo spirito del ricercatore insito in lui. Le sue continue ricerche lo portarono ad una intuizione che avrebbe contraddistinto la nascita della floriterapia, e cioè che gli esseri umani siano raggruppabili in particolari tipologie caratteriali e che alcuni disturbi siano più ripetuti in pazienti con peculiarità caratteriali comuni; oltre a ciò si accorse che il decorso della malattia, con conseguente possibilità di guarigione o aggravamento, dipendevano in larga misura dallo stato emotivo del malato. E fu questo il periodo che lo portò da un progressivo allontanamento dalla medicina praticata fino a quel momento alla ricerca sempre più finalizzata alla creazione della floriterapia.

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